ANNO 14 n° 118
Tuscialand Commedia Trasversale tra rabbia e comicità
di Edmond M. Dantes
06/12/2015 - 02:01

di Edmond. M. Dantes

Ciò che il Mediterraneo rappresentava per i greci, perché recideva i legami della consuetudine, offriva nuove esperienze e suscitava nuove istituzioni e attività, questo e qualcosa di più, rappresenta il completamento della trasversale Orte - Civitavecchia, per Viterbo e tutta la Tuscia. Perché il completamento di questo tratto di strada metterebbe in collegamento, in maniera più veloce e dinamica, il capoluogo con il porto turistico di Civitavecchia, che significherebbe turismo, reddito per le imprese e occupazione per i cittadini in una provincia dove la disoccupazione e la crisi economica hanno raggiunto livelli esasperanti. Non solo: la fettuccia, o fettuccina, d'asfalto, collegherebbe l'Italia di mezzo da un mare all'altro, o quasi.

Si tratta di un progetto che risale a quasi cinquant'anni fa e dopo 50 anni non è ancora concluso. La vicenda è questa: l'Anas, che ha realizzato un tracciato per il completamento della Mestre-Orte-Civitavecchia – il terzo, in ordine di tempo, degli ultimi anni – attraverserebbe la Valle del Mignone, una soluzione che ridurrebbe i costi dai circa 700 milioni, richiesti dal progetto che prevede la costruzione di lunghi tratti in galleria, a 260 – 280 milioni.

Da qui la rottura: da una parte le associazioni dei cittadini, gli ambientalisti, e quelli che - come il sindaco di Tarquinia e presidente della Provincia Mazzola - avvertono di ragionarci bene sopra, dall'altra l'Anas, una buona parte degli imprenditori e dei loro rappresentanti più forti, e - a sorpresa - i sindacati, che chiedono di completare la Trasversale, e in fretta, ché di tempo ne è già trascorso troppo.

Ma non è così semplice. I più cauti sostengono che il progetto dell'Anas non rispetti l'ambiente e interesserebbe territori ad alta vocazione agricola, con le aziende presenti pronte ad un mare di ricorsi. I maligni, invece, dicono che il tracciato ipotizzato allontanerebbe i flussi turistici da Tarquinia e dai suoi siti archeologici, con ripercussioni negative sulle strutture alberghiere e turistiche.

Dovete anche sapere, che quando di recente il ministro delle Infrastrutture Delrio è stato a Viterbo, ha detto che la Trasversale è una priorità ma che fino al 2018 almeno non ci sono i fondi per realizzarla.

Sembrerebbe la sceneggiatura di una commedia di Eugene Ionesco, commediografo francese esponente del teatro dell'assurdo. Perché in questa vicenda della trasversale, ci sono tutti i tratti di una comicità paradossale e il nonsense che mette in scena tutta l'angoscia e l'irrazionalità della condizione sociale e politica di questo nostro strano Paese. Un opera costruita a metà dove i soldi per finirla non ci sono, le solite polemiche sull'ambiente, gli interessi particolari che vincono su quelli generali e la politica che invece di diventare lo strumento per la soluzione dei problemi, li dilata e li amplifica in un delirio autoreferenziale.

E così, ho come l'impressione che passeranno altri 50 anni per finire la trasversale. E Monte Romano sarà per molto tempo ancora, una frontiera invalicabile.

La situazione è grave, ma non è seria, direbbe Flaiano. E' l'Italia, bellezza.





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